Le merendine popolano i nostri ricordi d’infanzia, possiamo replicarne il gusto e l’aspetto tenendo finalmente da parte il lato artificiale
SALTA ALLA RICETTAEro bambina negli anni ottanta, facevo le elementari e i miei pomeriggi erano costellati da compiti, cani e gatti, cartoni giapponesi trasmessi da Bim Bum Bam e merendine, tante merendine, tutte le merendine che la fiorentissima industria dolciaria dell’epoca riusciva ad inventare.
Le ricordo tutte, anche quelle che sono state per poco in produzione e poi non hanno riscosso un gran successo finendo fuori dagli scaffali; prima fra tutte la Campanella, il Soldino, le Biricche, le Tortine alla frutta, i Girasoli e la Tortina di Mandorla, per citare solo ciò che proveniva dal Mulino Bianco.
L’industria della monoporzione aveva già ampiamente fatto capolino negli anni settanta, e dai bar aveva fatto il salto nelle case, facendo breccia, magari, prima nelle famiglie in cui il concetto di lavoro cominciava ad essere appannaggio anche delle mogli. Immagino che, la rivoluzione copernichiana delle “brioscine“, a questo punto, abbia radicato prima a nord, a macchia di leopardo nelle grandi città, e poi pian piano nel resto d’Italia.
Preparare il cibo per la merenda era un baluardo da brava mammina, da brava donna di casa, e immagino che demandarlo ad un prodotto industriale generasse malcontento in famiglia e fuori, quasi a voler ammettere un “non saper fare” che deprezzava la donna nel suo ruolo principe, nella sua reputazione, nel suo orgoglio.
Ma il germe del cambiamento era instillato, magari in molte zone ancora non visibile ad occhio nudo, ma c’era!
Ecco perchè ad un certo punto toccava che lo scettico si fidasse, che la brava mammina potesse avere del tempo in più, e una volta ogni tanto si poteva anche cedere, perché il pupo aveva visto la tal pubblicità al Carosello e proprio voleva assaggiare quel dolciume da dare a merenda se fai il bravo.
Forse per questo (e una generosa manciata di altri motivi), si è insistito sulla genuinità, la bontà degli ingredienti, l’energia degli zuccheri che tanto servono ai bambini o a chi fa colazione presto per aver la carica giusta per affrontare una caotica giornata di lavoro.
All’epoca era ancora presto per capire che merende così tanto caloriche e zuccherate, conservate a lungo grazie anche all’utilizzo di alcool sarebbero state un boomerang, soprattutto per i bambini.
Qui arrivo io, negli anni ottanta, quelli pieni, quelli di Madonna e Micheal Jackson, Cindy Lauper e i Duran Duran. Allora, dicevo, i pomeriggi erano cartoni e compiti, mamme sfuggenti e impegnate con un piede a casa e uno a lavoro, si usciva per andare dall’amichetta del cuore, ma sempre a studiare. Nella provincia della provincia lo sport lo facevano i maschi giocando a calcio per strada, qualche bambina (pochissime) andava a danza, ma veniva snobbata da noi delle gang proletarie, noi non facevamo niente, solo compiti, cartoni e ogni tanto una passeggiata a caccia di cani randagi da accarezzare. Avevamo sviluppato un sano piacere della noia, scoprendo che spesso da lì ci si ingegna e si diventa creativi.
Alla fine molti noi bambini si è diventati grassocci, ed io sono proprio sfuggita di mano dalle maglie dell’alimentazione sana. È stato difficile recuperare una certa cultura alimentare, e ho dovuto passare attraverso una sorta di passione cristologica, perché a scuola tutti ti prendono in giro se sei sovrappeso, al pari dei terribili sfottò che avevano luogo alla ricreazione quando un compagno portava come merenda qualcosa di casalingo (fetta di pane con salame, taralli), sarebbe stato meglio per il malcapitato farsi crescere un orecchio sulla fronte prima di scartare un panino con frittata avanzata dalla cena.
Prima di far pace col cibo e capire che avevo sbagliato tutto è passato un tempo lungo, in cui ho capito che dovevo discernere tra ciò che serve davvero e i prodotti spazzatura, o con un eccesso di zuccheri tale da costituire un vero e proprio anestetico delle papille gustative.
Ora lo scaffale delle merendine mi incuriosisce come fenomeno di costume, perché rappresenta un po’ la cartina al tornasole del nostro modo di evolverci. Molte merendine sono declinate in versione integrale o con cereali, la scritta senza olio di palma è un vanto da riprodurre ben in vista sulle etichette, c’è meno cioccolato e più marmellata o miele.
Se volete approfondire la storia delle merendine in Italia vi segnalo questo pdf Le merendine made in Italy. Una storia lunga tre generazioni.
Mi resta un amore sconfinato per la Fiesta, che continua a tentarmi tre volte tanto, come recitava la pubblicità di qualche decennio fa. Con l’arancia, il cioccolato e la bagna alcolica, che si dava anche ai bambini con grande nonchalance.
Quel liquore delizioso è il Curaçao, fatto con la macerazione delle scorze d’arancia amara proprie dell’isola dei Caraibi da cui prende il nome, e dove vorrei trovarmi adesso. Se non lo trovate potete ripiegare su un “volgare” Cointreau, simile ma non uguale.
La torta Fiesta che viene fuori da questa operazione di amarcord è estremamente somigliante all’originale con in più il pregio di essere di taglia grande, cosa che in origine era così prima di passare esclusivamente al monodose. Potete vederla bene alla fine del Carosello che vi ho linkato in alto.
I passaggi sembrano macchinosi ma non lo sono poi tanto, in più si tratta di una vera e propria torta da celebrazione, per quei momenti speciali da accompagnare ad un “sapore amico” che di certo metterà d’accordo tutti. Quelli un po’ più grandi faranno anche un sospiro nostalgico, persi in chissà quale ricordo.
Nostalgia al gusto di Curaçao… forse un giorno meglio mi spiegherò!
Torta Fiesta
Equipment
- 1 Ciotola capiente
- 1 Ciotola media
- 1 sbattitore elettrico
- 1 teglia a cerniera quadrata o rettangolare 22×22
- 1 spremiagrumi
- 2 pentolini uno più piccolo e uno più grande per il bagnomaria
- 2 ciotoline piccole per contenere il curd e per la bagna
- 1 coltello lungo seghettato
- 1 spatola per torte
Ingredienti
Per la base:
- 180 gr zucchero semolato
- 4 uova intere
- 2 tuorli
- 90 gr farina 00
- 125 gr fecola di patate
- 1 pizzico sale
Per il curd all'arancia:
- 40 gr burro
- 2 tuorli
- 100 gr zucchero semolato
- 2 arance bionde
- 1 cucchiaio fecola di patate
Per la ganache al cioccolato fondente:
- 150 ml panna fresca
- 200 gr cioccolato fondente
Per la bagna alcolica:
- 2 arance bionde
- 30 ml cointreau o curaçao
- 2 tazzine da caffè acqua
Istruzioni
Per la base
- Versate in una ciotola capiente le uova, sia intere che i tuorli, il sale e lo zucchero. Montate il tutto con le fruste elettriche o in planetaria fino a che il composto non risulti arioso, voluminoso e di colore chiarissimo. Ci vorranno all'incirca 10 minuti.
- In una ciotola piccola mescolate farina e fecola e aggiungete poco per volta al composto, setacciandole.
- Mescolate gli ingredienti secchi con gli umidi montati, usando un cucchiaio e molto delicatamente dall'alto verso il basso.
- Imburrate e infarinare una teglia a cerniera di forma quadrata, o se preferite foderatela con carta da forno.
- Versate l'impasto nella teglia, livellatelo e infornate a 180 gradi in forno già caldo, facendo cuocere il dolce per circa 30/35 minuti.
- Controllate se la cottura è ottimale infilando uno stuzzicadenti al centro del dolce, se viene fuori pulito il pan di spagna è cotto. Lasciatelo raffreddare completamente prima di toglierlo dalla teglia. Mentre aspettate, preparate il curd all'arancia.
Per il curd all'arancia:
- Spremete le arance e tenete da parte il succo filtrato.
- Sbattete vigorosamente i tuorli con lo zucchero, fino a che non otterrete un composto chiaro e spumoso.
- Nel frattempo, sciogliete a bagnomaria il burro, e quando sarà completamente sciolto aggiungetevi i tuorli appena montati.
- Mescolate continuamente la crema, e dopo circa 5 minuti aggiungete il succo delle arance, continuando a rigirare il composto sul bagnomaria a fuoco medio/basso. Il curd non deve mai arrivare a bollore, quindi fate attenzione alla temperatura, se vi sembra che si stia alzando troppo, togliete il pentolino dall’acqua del bagnomaria per qualche secondo.
- Aggiungete la maizena (o la fecola di patate) aiutandovi con un setaccio e proseguite a mescolare pazientemente. La crema sarà pronta dopo 20/25 minuti.
- Mettete la crema in una ciotola e mescolatela di tanto in tanto per evitare che formi una patina rigida in superficie.
Per la ganache al cioccolato fondente:
- Tagliate al coltello il cioccolato fondente riducendolo in scaglie molto piccole.
- Mettete la panna in un pentolino e scaldatela fino quasi a bollore, spegnete il fornello e aggiungete il cioccolato a scaglie mescolando energicamente fino ad ottenere un composto omogeneo. Tenete da parte e lasciatelo intiepidire leggermente mentre preparate la bagna.
Per la bagna alcolica:
- Spremete le arance e filtrate il succo.
- Aggiungete al succo d'arancia il Cointreau o Curaçao e l'acqua. Mescolate.
Assemblate la torta:
- Il vostro pan di spagna sarà freddo. Estraetelo dalla teglia e tagliatelo in due parti, avendo cura che il taglio sia nel mezzo del dolce. Usate un coltello lungo e seghettato, e se necessario livellate la superficie per averla perfettamente piana.
- Una volta aperto a libro il pan di spagna, cospargete ogni facciata di bagna alcolica, aspettando che il dolce l'abbia assorbita prima di aggiungerne ancora. Mi raccomando, fate attenzione a dosarla bene, dovrà servire per coprire le due parti tagliate ma anche superficie superiore.
- Farcite il dolce con il curd all'arancia, spalmatelo su tutta la superficie centrale e delicatamente unite le due parti della torta.
- Cospargete la parte superiore del dolce con la bagna rimasta e aspettate che il dolce l'abbia assorbita prima di ricoprirlo con la ganache al cioccolato fondente.
- Versate la ganache sul dolce e distribuitela omogeneamente sia sulla superficie, che lungo i bordi, aiutandovi con una spatola per torte. Dopo qualche minuto la copertura diventerà più solida e potrete praticare delle ondine coi rebbi di una forchetta o con uno stuzzicadenti, per ricordare il decoro della Fiesta.
Note
Alla prossima ricetta, Liz.
P.S. Vi ricordate la versione della Fiesta alla mandorla che era in commercio negli anni novanta? Io si!
Nadia Bruni dice
Incredibile !!!!!
Spettacolo della goduria… bravaaaa!!!!!!
Non potevi riprodurre dolce migliore…
Spettacolo per gli occhi e per il palato, complimenti!!!!!!!💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎💎
Le Tortine dice
Grazie mille!